Dottor Gehri, da cosa è causato l’annegamento secondario?
Se una persona si trova con la testa sott’acqua senza volerlo, inizia a trattenere il respiro (gli adulti fino a 60 secondi, i bambini 10–20). In seguito, nel 90% dei casi si inspira una grande o piccola quantità di acqua e nel restante 10% compare lo spasmo della glottide: le vie respiratorie superiori si chiudono e la persona non riesce più a respirare.
Quali sono le conseguenze di un annegamento secondario?
Inspirando acqua, i polmoni si riempiono di questo liquido. A seconda del luogo dell’annegamento (piscina con cloro, lago, vasca da bagno) la sostanza è più o meno dannosa per i polmoni. L’acqua può portare a una grave insufficienza respiratoria o a un’infezione polmonare chimica. È importante sapere che queste complicazioni polmonari possono subentrare molto velocemente, ma anche solo dopo ore dall’annegamento.
Quali sono i tipici sintomi e come è possibile riconoscere per tempo l’annegamento secondario?
Le reazioni di un annegato sono molto diverse. Una persona con problemi polmonari avrà difficoltà a respirare e tale situazione peggiorerà sempre. La sua respirazione rallenterà e avrà la sensazione di soffocare. Se qualcuno inizia ad avere problemi alla respirazione o si comporta in modo strano dopo il processo di annegamento, è necessario rivolgersi subito al medico.
Cosa bisogna fare se si è confrontati con il fenomeno dell’annegamento secondario?
Se una persona è annegata, occorre chiamare subito aiuto. Anche se la vittima ha bevuto solo «un grande bicchiere» d’acqua, deve essere osservata nelle prime 6–24 ore. Dopo un consulto medico, ciò può avvenire all’ospedale o a casa.